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San Gerardo Maiella: biografia di un giovane lucano che realizzò il suo ideale

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  Le prime luci dell’aurora iniziano a colorare di rosso le strade e le case del paese. L’aria primaverile ancora frizzante della notte si riempie di densi profumi e il canto degli uccelli inizia a rompere il silenzio che è stato, insieme al buio, il padrone della notte. Man mano che il sole si leva a disegnare i contorni delle montagne e a dare un nuovo volto alle cose, le strade all’improvviso incominciano ad animarsi e nella piazza si forma una eterogenea comitiva di persone: donne, uomini, vecchi e giovani, adulti e bambini. Tutto si riempie di suoni, un vociare tra alti e bassi, grida di bambini eccitati dall’imminente viaggio, voci di mamme che li richiamano all’ordine, voci di anziani che parlano di cose passate, il rumore del motore dell’autobus, che man mano si va riempendo. Qualcuno chiede, vuole sapere “dove vanno”, e la risposta arriva da varie bocche, si va a Materdomini a trovare San Gerardo. Questo racconto, questa storia, appartiene a tantissime comunità della Basil

Quando le offese politiche si risolvevano con duelli veri e spargimento di sangue

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Roma, 6 dicembre 1883. Nei corridoi di Montecitorio si incontrano uno degli storici capicorrente della sinistra italiana, Giovanni Nicotera, e il segretario generale del Ministero dell’Interno, Francesco Lovito. Tra i due non corre buon sangue. Lovito non sembra intenzionato a una discussione, Nicotera non va per il sottile e inizia a insultarlo, senza intenzione di toccarlo “per non sporcarsi le mani”. I passi che avvicinano i due onorevoli risuonano nei corridoi del parlamento ben conosciuti da entrambi, politici di lungo corso. Ogni passo li avvicina a quello che appare uno scontro inevitabile e, insieme ai tacchi che battono il pavimento, risuonano gli insulti. Nicotera urla contro Lovito. Quando sono ormai vicini gli sputa in faccia. Segno massimo di disprezzo. Due sputi. Intervengono altri parlamentari. Nicotera continua a urlare perché si ritiene colpito nell’onore da alcune intenzionali omissioni del Lovito nel suo ufficio. Lovito si pulisce il volto, anche il suo onore ade

L’ultimo lavoro di Carmine Pinto, ‘Il Brigante e il generale’ è un saggio scientificamente e storicamente impressionante

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  L’ultimo libro di Carmine Pinto, “Il Brigante e il Generale – La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola” (Editori Laterza, € 19,00) è un’opera importante per la storia del Mezzogiorno d’Italia. Un libro che si legge con molto piacere grazie alla capacità di scrittura dell’autore, per l’inclinazione a vivacizzare il racconto senza romanzare. Carmine Pinto, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Salerno, consegna al lettore tutto il piacere della storia, il divertimento della conoscenza dei fatti storici (si il divertimento!) senza sfociare nel ‘sensazionale’, nell’annuncio di verità “mai raccontate”, nel romanzo o l’ instant book utile ad arruolare seguaci. Ed è importante questa premessa, perché l’argomento del libro è di quelli che si è prestato maggiormente a certe degenerazioni. L’autore però non le sfiora, nel concentrato di episodi che il libro racconta, non c’è spazio per forzature, per piegare la storia a vantaggio di un punto di vista. Bensì, tu

Archivistica per tutti: cos'è l'ordinamento per materia ?

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  [1] di Carmine Venezia (archivista di Stato)   Il più pericoloso, perché il più suggestivo, è l'ordinamento per materia. Esso è il primo che si presenti alla mente di storici privi di studi archivistici, e va sottolineato quanti e quali gravissimi danni abbiano commesso storici ignari di archivistica quando, purtroppo, hanno preteso di effettuare ordinamenti di archivi [2] .                Chi ha avuto a che fare con il mondo degli archivi nella propria esperienza professionale sarà stato presumibilmente dissuaso dall’utilizzare il metodo per materia, finanche a rischio di finire al rogo su pubblica piazza. Ma quali sono i motivi per i quali questo criterio di ordinamento è bollato come anti-scientifico nella disciplina di settore?             Bisogna anzitutto fare un passo indietro, accennando al contesto nel quale esso cominciò a diffondersi notevolmente. A partire dal secolo XIX si assistette ad un proliferarsi di istituti adibiti alla conservazione delle carte antich

Su "LINKIESTA" parlano di Minuti di Storia.

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Conoscere ciò che è accaduto pone l’uomo davanti alle sfide del futuro. Parla Rubino, storico e professionista dei beni culturali  di Sergio Ragone Un blog di storia può rappresentare un seme, te ne prendi cura e può dar frutto, semplicemente, trasformandosi in quel moltiplicatore che permette di far vivere esperienze che aprono la mente. Avere memoria è il bene più prezioso per costruire le comunità future. Il digitale offre oggi nuove possibilità per poter condividere la storia e le memorie di un territorio, elementi imprescindibili per comprenderne l’evoluzione ed anticipare le curve del cammino che verrà. In Basilicata durante il Lockdown, nella terra della Val d’Agri, nota ai più come il cratere dell’energia e del petrolio, è nato il progetto unminutidistoria.it, messo in campo da Antonio Rubino, di Moliterno (in provincia di Potenza, professionista dei Beni Culturali che si è formato a Salerno e Firenze. Basilicata ha lavorato presso diverse biblioteche pubbliche e ora svolge att