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Lo strano caso del caso Moro - parte 2

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   di Davide Carrozza -  carrozzad@gmail.com Lo scorso 13 Gennaio un mio articolo sulla puntata di Report dedicata al così detto caso Moro, è stato ripreso e pubblicato da Sinistra in Rete ( LINK ), una sorta di archivio molto popolare di articoli e documenti per la discussione politica. Come era lecito aspettarsi, numerosi commenti all’articolo hanno ripreso molte delle teorie complottiste che aleggiano da decenni sul caso Moro (su questa definizione torneremo), con lo scopo di screditare le tesi da me sostenute. Anziché rispondere ai singoli commenti preferisco affrontare le questioni poste con un altro articolo, approfittando delle sollecitazioni per scrivere anche di altre questioni rimaste ancora insolute, sulla puntata di Report e su tutta la vicenda. Malgrado sia difficile negare la preparazione e l’erudizione dei miei detrattori, appare evidente che la letteratura saggistica di cui si sono nutriti sia interamente di natura dietrologica e che mai si siano imbattuti in altro tip

Lo strano caso del caso Moro - Parte 1

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 di Davide Carrozza -  carrozzad@gmail.com Domenica sera (7 gennaio 2024 ndr) è andata in onda una puntata di Report sul caso Moro: una serie di inesattezze e omissioni davvero imbarazzante per una trasmissione del servizio pubblico. Le paventate incredibili rivelazioni annunciate via social nei giorni precedenti, in realtà non sono altro che i soliti argomenti già analizzati, le solite congetture cavalcate dalla Commissione Moro 2, le quali però inevitabilmente cozzano con le ben 4 sentenze e i lavori di altre due commissioni. Sarà forse anche per questo che tale commissione non produsse mai una relazione finale non chiudendo i lavori? Di seguito solo alcune delle questioni affrontate da Report che necessitano perlomeno di chiarimenti, non escludo di ritornarci con un altro articolo di aggiornamento…troppa roba! 1) Il presunto covo di Via Massimi. In numerose sentenze, in particolare nel Moro Quinques si ricostruisce con dovizia di dettagli, (grazie soprattutto alla testimonianza de

Nel Presepe di San Francesco la nostra storia e il Natale di Gesù

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  Il Natale sta perdendo il suo fascino? L’ho letto da qualche parte… non si sente la magia del Natale quest’anno. Il Natale nulla ha di magico, ma forse del Natale abbiamo perso la bellezza, incartata in cellophane colorati di un consumismo senza freni. Però, anche questo rischia ormai di essere banale. Più che il fascino, stiamo perdendo il senso delle cose. Anche del Natale. Probabilmente, il Presepe è il simbolo senza eguali del Natale. Ed oggi se ne parla divisi in tifoserie (come certa politica propone): vietare il presepe nelle scuole perché offenderebbe altre religioni; rendere il presepe obbligatorio nelle scuole; allestire scene moderniste, con coppie gay e frastuono di bombe, terzomondismo e consumismo vario. Ecco, per ciò che vediamo accadere in Palestina e per il “senso delle cose” tutto ciò nulla ha a che fare con il Natale. Occorre un attimo di silenzio. La Storia ha qualcosa da dirci, poi sta a noi saper ascoltare. È la notte di Natale dell’anno 1223. Frate France

Da Frate Francesco a San Francesco, storia di un rogo di libri per l’invenzione di un Santo

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Parigi, anno del Signore 1266, il supremo organo collegiale dell’Ordine dei Frati Minori si raduna per assumere importanti decisioni. Parigi è il centro d’Europa, sede di una prestigiosa università, centro nevralgico di una grande “potenza europea”. L’Ordine dei Minori è presente in tutto il vecchio continente, non è più una piccola comunità, è composto da frati umili ma anche da dotti sacerdoti. La Regola di Francesco prescriveva il lavoro manuale, i frati ora lavorano come docenti universitari. Non esistono più le capanne di fango e frasche ma solidi conventi, sobri, ma con un tetto e le mura in pietra. L’Ordine è al suo interno già minato da una disputa, gli Spirituali ricordano che la Regola di Francesco era la Povertà. I conventuali (la divisione terminologica è di per sè significativa) propugnano una idea di governabilità e di gestione dell’Ordine più confacente al maneggio e alle cose del mondo, una istituzionalizzazione sul modello di altri ordini. Di li a poco, vere e prop

Il Sogno Italiano di Carlo Pisacane

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  Il 22 agosto 1818 nasceva a Napoli Carlo Pisacane. Ancora oggi, il figlio cadetto di Gennaro duca di San Giovanni e di Nicoletta Basile De Luca, è noto sia come rivoluzionario e patriota che come idealista libertario, socialista, proudhoniano. Per alcuni utopista, per altri primo propugnatore dell’egualitarismo. Carlo Pisacane fu realmente una figura eclettica passata alla storia per la spedizione di Sapri, nell’immaginario collettivo sintetizzata nei versi di Luigi Mercantini: eran trecento, eran giovani e forti e sono morti.   La vicenda di Carlo Pisacane non può ridursi alla sua ultima tentata impresa, la sua biografia intreccia la storia d’Italia e d’Europa, ideali, utopie, amore e passione, morte e rivoluzione. All’età di dodici anni entrò nella Scuola Militare di San Giovanni a Carbonara e, dopo due anni, passò nel collegio militare della Nunziatella, frequentato anche dal fratello Filippo che divenne ufficiale del reggimento degli Ussari e rimase fedele al re di Napoli f

Fra' Serafino da Salandra: storia di un frate lucano del '600 e della (ipotetica) genesi lucana del Paradiso Perduto di Milton.

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Cosa hanno in comune Il Paradiso Perduto di Milton e la Basilicata ? Cosa lega una delle più grandi opere della letteratura inglese e Salandra, paesino della provincia di Matera ? Premettendo che non si tratta di nulla che richiami il paradisiaco paesaggio lucano, né tantomeno di qualcosa che possiamo affermare con certezza, il collegamento tra Paradise Lost , poema epico che ha influenzato la cultura inglese ed europea e la Basilicata, appare come una suggestione ma di sostanziale importanza. La relazione tra l’opera di John Milton e la Basilicata è un frate francescano. Si chiamava Serafino della Salandra e non ha avuto la stessa fama di Milton, ma era anch’egli un valente poeta e scrittore. Non si conosce la sua esatta data di nascita, forse il 1595. Probabilmente nacque a Salandra, ma neanche questo è certo, di sicuro risiedette nel convento dei Frati francescani Riformati del comune del materano, dove con ogni probabilità si era formato. Assunse incarichi importanti nell’ordine