Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Calcio

11 Luglio 2021 . Non è solo sport

Immagine
  Il #calcio , lo sport in generale, sono elementi fondamentali della #storia . In #Italia ancora di più! D'altronde, proprio un inglese, ebbe a dire di noi: "Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio." Abbiamo saputo perdere con dignità le partite di calcio e persino vincere le guerre traendone la forza per costruire una #Repubblica democratica e moderna. Non sapeva sir Winston Churchill che quella non sarebbe stata una offesa, specie negli anni del dopoguerra le partite di calcio e lo sport più volte presenteranno al mondo la bellezza del nostro popolo. E lo sport segnerà momenti storici indelebili come quando Bartali vinse il tour del 1948 scongiurando la guerra civile, come quando ci presentammo al Mondiale del 2006 con la macchia di un calcio truccato che gonfiava i soliti pregiudizi contro di noi e vincemmo con la maestria dei poeti. Per questo ricorderemo quello splendido urlo di #Matta

Il calcio e le sue storie attraverso i derby. Il più pericoloso incrocio calcistico: "Mostar".

Immagine
di  Biagio Bianculli Mostar  , città della Bosnia-Erzegovina , si trova al confine con la Croazia, 110.000 abitanti circa. In questa città il calcio si incrocia con il nazionalismo, la religione, la politica e spesso con l'odio, per questo il derby della città bosniaca è considerato il più pericoloso del mondo. Le due squadre sono l' Fk Velez Mostar e il Zrinjski Mostar . Nel 1993 la città era divisa da un ponte, lo Stari Most, a causa della guerra civile jugoslava: a ovest i croati cattolici e a est i bosniaci musulmani. I tifosi dell'una e dell'altra squadra erano divisi non solo dalla fede calcistica, ma da molto di più. LA STORIA DELLO ZRINJSKI - Lo Zrinjski Mostar, richiama il nome dai principi Zrinski e il vicerè Nikola Subic, che cercò di di difendere l'impero asburgico dalle mire espansionistiche di Solimano Il Magnifico a metà del XVI secolo. E' stata sempre una squadra legata alla  destra croata, si dice esistessero simpatie anche per i n

Il calcio e le sue storie attraverso i derby: "El Super Clasico"

Immagine
Daniel Onega e Julio_Melendez in un superclasico degli anni 60 di  Biagio Bianculli Ci sono derby e derby. Il più pericoloso è forse quello di Mostar , in Bosnia . Il più intenso, probabilmente, è quello di Tehran tra Persepolis ed Esteghlal che hanno una rivalità pazzesca. Nello stadio della capitale iraniana ci sono 90mila persone: tecnicamente non ci potrebbero essere donne, ma ve ne sono diverse travestite da uomini per andare a vedere la partita.  Sono tanti i derby del calcio e le loro storie, da ogni parte del mondo. C'è un derby però che ha permesso racconti di ogni genere: El Super Clasico, uno dei derby di Buenos Aires.  Il più importante del calcio argentino: tra il River Plate e il Boca Juniors . E’ il più importante perché si gioca soprattutto alla Boca, nel quartiere dei genovesi, arrivati dall’Italia a cavallo tra '800 e '900. DAL PRIMO DERBY AL 1966 - Siccome il River giocava anch’esso alla Boca, era proprio un derby di quartiere, un po’ come

Il Principe e la maledizione dei sette gatti neri: la favola del Racing Club

Immagine
di  Biagio Bianculli La maldición de los siete gatos negros . Ovvero “La maledizione dei sette gatti neri”.  Ci sono derby e derby. Uno di questi è il derby di Avellaneda . La città argentina non è un posto semplice: i due stadi si guardano. Da una parte l’ Indipendente , dall’altra il Racing . Nel 1967 il Racing gioca e vince la Coppa Intercontinentale battendo il Celtic , che l’anno prima a Lisbona, a sorpresa aveva battuto l’ Inter . Mentre stanno giocando quella partita, dei tifosi dell’Indipendente si inseriscono all’interno dello stadio, detto “El Cilindro” , e seppeliscono “sette gatti neri morti” da qualche parte. nel campo. L’INIZIO DELLA MALEDIZIONE - Da quella volta in poi il Racing non vincerà praticamente più: inizieranno una serie di disgrazie .  Ai 15 titoli nazionali ottenuti prima di quella notte, infatti, farà seguito appena un torneo di Apertura conquistato nel 2001. Subito dopo un nuovo tonfo in classifica.  E anche nelle varie coppe che si giocano in Sud

La Primavera di Praga e la rivoluzione del calcio slovacco: lo Spartak Trnava

Immagine
di  Biagio Bianculli Cecoslovacchia 1969 : siamo sull’onda lunga della primavera di Praga . Il potere politico ed economico, in Cecoslovacchia, è concentrato a Praga. Gli slovacchi , che hanno una forte identità nazionale sono sempre stati "gli altri", chiamati in maniera dispregiativa gli "ungheresi", non ben visti dalle parti di piazza San Venceslao. Ma, nel 1969, gli slovacchi si prendono una rivincita rivendicando un loro ruolo nella storia del paese, la fanno partendo dal calcio: è la storia dello   Spartak Trnava del 1969 .  La parola chiave è lo zio Anton Malatinský . ANTON MALATINSKY - Era un grandissimo allenatore di calcio ed era in carcere. Aveva aiutato degli esuli a fuggire dalla allora Cecoslovacchia sotto il giogo di Mosca, verso l’Austria. Tre anni di galera. E’ staccato da tutto il resto, tranne che dalla sua squadra di calcio. In qualche modo riesce a fare arrivare una missiva in cui è contenuta la seguente frase: “ trattenete gioc

La Champions League: storia di una competizione che unì l'Europa

Immagine
di  Biagio Bianculli La musica della coppa dalla grandi orecchie è ormai un richiamo universale. Uno di quei fenomeni sociali diventati inconfondibili. Le partite dei martedì e dei mercoledì sono un qualcosa di differente, hanno un’altra atmosfera. Di solito è un calciatore che vince la Champions League  che si aggiudica anche il Pallone d’Oro .  La Champions League è figlia della Coppa dei Campioni . Ma, chi ha inventato questa competizione oggi così piena di fascino e di storia? I francesi hanno pensato alle Olimpiadi e ai Mondiali di Calcio,  da qualche parte gli inglesi, convinti di essere i fondatori e i maestri del gioco del calcio, dovevano piazzare un colpo. GLI INGLESI INIZIANO AD UNIRE L’EUROPA CON IL CALCIO. Gli inglesi avevano invitato nel 1953 a Wembley l’Ungheria, che aveva vinto l’Olimpiade   del 1952, pensando che a casa loro potessero battere i magiari. Nel '50 avevano perso addirittura con gli USA. Però a Wembley persero 3-6 e addirittura la rivincita a

Storie di calcio. La "maledizione" di Bela Guttman

Immagine
di  Biagio Bianculli La storia del calcio del Novecento è segnata da quella dei giocatori e degli allenatori. Quando le vicende di questi personaggi si tingono di mistero aumentano il loro fascino: una di queste storie è quella di  Bela Guttman . Nato a Budapest, nel 1899 (m la sua data di nascita non è sicura), frequentava come tutti gli ebrei ungheresi  la grande sinagoga di Budapest, una delle più particolari al mondo, la stessa da cui è partito il mago Houdini, o il signor Emanuel Schwartz, il cui figlio Tony Curtis è diventato un divo di Hollywood.  Guttman gioca prima a Budapest, poi a Vienna e poi negli Stati Uniti a Brook lin con Erni Erbstein (che sarebbe diventato poi il direttore tecnico del Torino, morto nella tragedia di Superga), quando è in corso la persecuzione razziale contro gli Ebrei, che non riguarda la sola Germania di Hitler, ma anche altri Stati e la stessa Ungheria. Gli Ebrei di Ungheria vengono caricati su treni e condotti verso Auschwitz, dove muore

Una partita di calcio non disputata: il preludio alla disgregazione della Jugoslavia

Immagine
di Biagio Bianculli Quando lo sport è specchio della storia 13 maggio 1990 : data storica per la disgregazione della Jugoslavia.  Allo stadio, il Maksimir di Zagabria, stanno per entrare in campo la Dinamo di Zagabria, l’orgoglio della capitale croata e la Stella Rossa, la Crvena Zvezda di Belgrado, orgoglio dei Serbi. Una partita che si annuncia tesa e che non verrà mai giocata.  Spirano dei terrificanti venti di guerra e l’ambiente è del tutto insostenibile. Zvonimir, detto “Zorro” Boban prende a calci un poliziotto, rischiando l’arresto, ma diventando di fatto un eroe per il popolo croato (sarà sospeso per 6 mesi e non verrà convocato per i Mondiali in Italia).  Una settimana prima nelle prime elezioni libere del dopoguerra aveva ottenuto la vittoria la forza nazionalista dell’HDZ (Unione Democratica Croata), guidata da Franjo Tudjman , futuro presidente della neonata Repubblica di Croazia. LO SPARTIACQUE DELL’INDIPENDENZA CROATA - Quei due Paesi insieme no