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Visualizzazione dei post con l'etichetta storia del calcio

Campo Sportivo “Onofrio Venezia” di Moliterno: sport e memoria civile

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 di  Nicola Orlando Si frequenta per anni un luogo e lo si indica con il nome del personaggio a cui è stato intitolato, ma lo si fa con quella disattenzione che scaturisce dall’abitudine, pur essendo un simbolo forte della propria storia personale e comunitaria. Il campo sportivo di Moliterno “O.(Onofrio) Venezia” è uno di questi. Il disegno del Campo Sportivo di Moliterno dal progetto degli anni '30 (Archivio Storico Comunale di Moliterno) Il tutto ha inizio il 18 luglio 1931 quando il Podestà di Moliterno, comm. Avv. Giuseppe Fruguglietti, con propria deliberazione n. 1751 , approva il progetto redatto dall’ing. Attilio Campa per la “Costruzione del Campo Sportivo”, per un importo di previsione di L. 34.375,95, da realizzare in contrada Piaggiarelle. Nella relazione allegata si legge: “Il progetto di Campo Sportivo che presentiamo, in seguito al mandato ricevuto dalla spett. Unione Sportiva Moliternese ….”. Nel paragrafo successivo si legge ancora “Il favore e la cooperazione  

Il calcio tra storia ed epica: Il Milan di Sacchi nella nebbia di Belgrado e una prodigiosa penna bic....

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di  Biagio Bianculli Il calcio ha la sua epica , oltre che una sua storia.   Squadre che hanno sovvertito le "regole" e la concezione del calcio, sovvertendo quelle che c’erano in precedenza, rientrano nella storia, ma anche nell’epica di questo sport. Il Real Madrid degli anni ’50, l’Ajax degli anni ’70, il Milan degli olandesi di Sacchi e il Barcellona di Guardiola.   Ma, esistono partite spartiacqua tra un’epoca e un’altra e che segnano il confine di un’epoca? UNA PARTITA DURATA 48 ORE - Nel caso del Milan di Sacchi c’è una partita che si disputò in 48 ore. Un’epopea. Era il 9 novembre del 1988. Esattamente un anno dopo sarebbe caduto il muro di Berlino . Il Milan aveva pareggiato all’andata 1-1 contro la Stella Rossa , la Crvena Zvzeda di Belgrado. Il tridente dei serbi composto da Stojkovic, Savicevic e Prosinecki mette paura,   il sistema difensivo di Sacchi e Baresi non aveva molte possibilità. di resistere. Savicevic inaugura la gara di ritorno con il g

Il calcio e le sue storie attraverso i derby. Il più pericoloso incrocio calcistico: "Mostar".

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di  Biagio Bianculli Mostar  , città della Bosnia-Erzegovina , si trova al confine con la Croazia, 110.000 abitanti circa. In questa città il calcio si incrocia con il nazionalismo, la religione, la politica e spesso con l'odio, per questo il derby della città bosniaca è considerato il più pericoloso del mondo. Le due squadre sono l' Fk Velez Mostar e il Zrinjski Mostar . Nel 1993 la città era divisa da un ponte, lo Stari Most, a causa della guerra civile jugoslava: a ovest i croati cattolici e a est i bosniaci musulmani. I tifosi dell'una e dell'altra squadra erano divisi non solo dalla fede calcistica, ma da molto di più. LA STORIA DELLO ZRINJSKI - Lo Zrinjski Mostar, richiama il nome dai principi Zrinski e il vicerè Nikola Subic, che cercò di di difendere l'impero asburgico dalle mire espansionistiche di Solimano Il Magnifico a metà del XVI secolo. E' stata sempre una squadra legata alla  destra croata, si dice esistessero simpatie anche per i n

Il calcio e le sue storie attraverso i derby: "El Super Clasico"

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Daniel Onega e Julio_Melendez in un superclasico degli anni 60 di  Biagio Bianculli Ci sono derby e derby. Il più pericoloso è forse quello di Mostar , in Bosnia . Il più intenso, probabilmente, è quello di Tehran tra Persepolis ed Esteghlal che hanno una rivalità pazzesca. Nello stadio della capitale iraniana ci sono 90mila persone: tecnicamente non ci potrebbero essere donne, ma ve ne sono diverse travestite da uomini per andare a vedere la partita.  Sono tanti i derby del calcio e le loro storie, da ogni parte del mondo. C'è un derby però che ha permesso racconti di ogni genere: El Super Clasico, uno dei derby di Buenos Aires.  Il più importante del calcio argentino: tra il River Plate e il Boca Juniors . E’ il più importante perché si gioca soprattutto alla Boca, nel quartiere dei genovesi, arrivati dall’Italia a cavallo tra '800 e '900. DAL PRIMO DERBY AL 1966 - Siccome il River giocava anch’esso alla Boca, era proprio un derby di quartiere, un po’ come

La Primavera di Praga e la rivoluzione del calcio slovacco: lo Spartak Trnava

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di  Biagio Bianculli Cecoslovacchia 1969 : siamo sull’onda lunga della primavera di Praga . Il potere politico ed economico, in Cecoslovacchia, è concentrato a Praga. Gli slovacchi , che hanno una forte identità nazionale sono sempre stati "gli altri", chiamati in maniera dispregiativa gli "ungheresi", non ben visti dalle parti di piazza San Venceslao. Ma, nel 1969, gli slovacchi si prendono una rivincita rivendicando un loro ruolo nella storia del paese, la fanno partendo dal calcio: è la storia dello   Spartak Trnava del 1969 .  La parola chiave è lo zio Anton Malatinský . ANTON MALATINSKY - Era un grandissimo allenatore di calcio ed era in carcere. Aveva aiutato degli esuli a fuggire dalla allora Cecoslovacchia sotto il giogo di Mosca, verso l’Austria. Tre anni di galera. E’ staccato da tutto il resto, tranne che dalla sua squadra di calcio. In qualche modo riesce a fare arrivare una missiva in cui è contenuta la seguente frase: “ trattenete gioc

La Champions League: storia di una competizione che unì l'Europa

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di  Biagio Bianculli La musica della coppa dalla grandi orecchie è ormai un richiamo universale. Uno di quei fenomeni sociali diventati inconfondibili. Le partite dei martedì e dei mercoledì sono un qualcosa di differente, hanno un’altra atmosfera. Di solito è un calciatore che vince la Champions League  che si aggiudica anche il Pallone d’Oro .  La Champions League è figlia della Coppa dei Campioni . Ma, chi ha inventato questa competizione oggi così piena di fascino e di storia? I francesi hanno pensato alle Olimpiadi e ai Mondiali di Calcio,  da qualche parte gli inglesi, convinti di essere i fondatori e i maestri del gioco del calcio, dovevano piazzare un colpo. GLI INGLESI INIZIANO AD UNIRE L’EUROPA CON IL CALCIO. Gli inglesi avevano invitato nel 1953 a Wembley l’Ungheria, che aveva vinto l’Olimpiade   del 1952, pensando che a casa loro potessero battere i magiari. Nel '50 avevano perso addirittura con gli USA. Però a Wembley persero 3-6 e addirittura la rivincita a