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Elena Di Porto: Coraggio e Resistenza tra il ghetto di Roma, la Basilicata e... Auschwitz

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La vicenda di Elena Di Porto non è solo la storia tragica di una vittima della Shoah, ma il ritratto di una donna anticonformista ed   eroica, capace di essere antifascista nel ventennio fascista: nella sua semplicità e spontaneità la storia di Elena ha salvaguardato la sua figura da  da una memoria superficiale. Per molti anni oscurata o ridotta all'immagine della "matta di Piazza Giudìa", in realtà la sua esistenza, breve ma intensa, si snoda tra l'emarginazione sociale, la persecuzione politica e razziale, culminando in un atto di estrema solidarietà che la condusse alla deportazione. Elena Di Porto sfugge alle etichette del femminismo, sguscia ai tentativi di politicizzazione. La sua vicenda resiste anche alle strumentalizzazioni della storia per esigenze del presente. Ricostruire la sua storia, basata su documenti d'archivio e testimonianze, è un dovere della Memoria, un monito costante della Storia contro il pericolo dell'antisemitismo. Elena Di Porto a...

"E i francesi ci rispettano." Gino Bartali: un ciclista e la storia d'Italia.

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di Antonio Rubino La sera del 15 Luglio 1948, in un albergo di Briancon, alloggia Gino Bartali . Ginettaccio, il toscano, il ciclista che è già un mostro sacro dello sport, sta correndo il Tour de France . E' al termine della sua lunghissima carriera. Dal 1935, in bicicletta, Gino Bartali ha raccolto centinaia di vittorie, non vi è corsa dove Bartali non abbia trionfato. Al Tour del 1948 Bartali era l'unico dei big italiani in corsa. Coppi non era in forma. Magni non fu gradito dall'organizzazione della corsa. L'ostilità dei Francesi per la squadra italiana è fortissima. Gli Italiani sono quelli che “stavano con i fascisti” per molti transalpini assiepati lungo le strade di quel Tour del dopoguerra. Forse, in molti temono ancora Bartali che ha vinto l'ultimo Tour de France dieci anni prima, nel 1938, ma è un fuoriclasse. Quando la gran boucle del 1948 arriva sulle Alpi , Gino Bartali sembra fuori dai giochi, paga un distacco di 22 minuti da Bobet, il ben...

Storie di calcio. La "maledizione" di Bela Guttman

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di  Biagio Bianculli La storia del calcio del Novecento è segnata da quella dei giocatori e degli allenatori. Quando le vicende di questi personaggi si tingono di mistero aumentano il loro fascino: una di queste storie è quella di  Bela Guttman . Nato a Budapest, nel 1899 (m la sua data di nascita non è sicura), frequentava come tutti gli ebrei ungheresi  la grande sinagoga di Budapest, una delle più particolari al mondo, la stessa da cui è partito il mago Houdini, o il signor Emanuel Schwartz, il cui figlio Tony Curtis è diventato un divo di Hollywood.  Guttman gioca prima a Budapest, poi a Vienna e poi negli Stati Uniti a Brook lin con Erni Erbstein (che sarebbe diventato poi il direttore tecnico del Torino, morto nella tragedia di Superga), quando è in corso la persecuzione razziale contro gli Ebrei, che non riguarda la sola Germania di Hitler, ma anche altri Stati e la stessa Ungheria. Gli Ebrei di Ungheria vengono caricati su treni e condotti verso Au...