Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta resistenza

Elena Di Porto: Coraggio e Resistenza tra il ghetto di Roma, la Basilicata e... Auschwitz

Immagine
La vicenda di Elena Di Porto non è solo la storia tragica di una vittima della Shoah, ma il ritratto di una donna anticonformista ed   eroica, capace di essere antifascista nel ventennio fascista: nella sua semplicità e spontaneità la storia di Elena ha salvaguardato la sua figura da  da una memoria superficiale. Per molti anni oscurata o ridotta all'immagine della "matta di Piazza Giudìa", in realtà la sua esistenza, breve ma intensa, si snoda tra l'emarginazione sociale, la persecuzione politica e razziale, culminando in un atto di estrema solidarietà che la condusse alla deportazione. Elena Di Porto sfugge alle etichette del femminismo, sguscia ai tentativi di politicizzazione. La sua vicenda resiste anche alle strumentalizzazioni della storia per esigenze del presente. Ricostruire la sua storia, basata su documenti d'archivio e testimonianze, è un dovere della Memoria, un monito costante della Storia contro il pericolo dell'antisemitismo. Elena Di Porto a...

23 Marzo 1944, Roma, Via Rasella: una storia di resistenza italiana

Immagine
Roma, 23 marzo 1944. Un ventiduenne pedala su un carretto per la raccolta dei rifiuti. Non è un netturbino, è uno studente di medicina, si chiama Rosario Bentivegna. Nei pressi di via Rasella, nel centro di Roma, vi è un giovane fisico, Giulio Contini. Insieme alla moglie Giulia ha confezionato l’oggetto che Bentivegna sta trasportando nel carretto. Via Rasella è una strada in leggera salita, stretta. Al suo imbocco c’è un altro giovane che indossa un berretto, si chiama Franco Calamandrei, è il figlio di Piero Calamandrei. All’angolo di via del Tritone c’è invece una ragazza di nobili origini, è Carla Capponi, ha un impermeabile da uomo in mano. Lei è la fidanzata del ragazzo sul carretto della spazzatura, Rosario, l’impermeabile servirà a coprire la sua divisa da spazzino. Lo sta aspettando. Rosario è fermo in via Rasella, con una pipa accesa, e ha un compito da eseguire. Tutti questi giovani sono componenti di un GAP, gruppo di azione patriottica. Sono partigiani del Partito Comunis...

Riflessioni sul 25 Aprile: pacificare la memoria e guardare al futuro

Immagine
di Antonio Rubino La storia e la memoria sono come l'acqua e l'olio. Questo è il "problema" del 25 aprile . Non dovrebbe esistere un problema del 25 Aprile, ma l'enorme discussione che si apre su questa ricorrenza non è solo una "questione" di appartenenza politica, ma è figlia di questo derby scatenato tra " storia e memoria " ( ne abbiamo parlato in un articolo su MinutiDiStoria ) "Storia e memoria non sono gemelle" (come afferma il prof. Alessandro Barbero ),  la memoria può essere pacificata, non può essere sempre condivisa.   La ricorrenza del 25 aprile riapre questo dibattito che ancora vede divisioni molto nette. Non possiamo assistere a rivendicazioni di verità assolute basate sul fatto che esistono altri punti di vista. E' certo che è così. Esistevano i fascisti e vi furono i partigiani. Ed erano tutti italiani. Esistevano quelli che credettero nel fascismo, quelli che lo sconfessarono, quelli che lo combatte...