Il ruggito di Leone: il Papa che con la fede fermò il saccheggio di Attila. Storia di Leone I Magno.

Il Papa eletto dai Cardinali il giorno 8 maggio 2025 ha scelto il nome di Leone. Leone XIV. 

Robert F. Prevost, Papa Leone XIV, ha esplicitamente chiarito la sua scelta evidenziando, tra tante motivazioni, il legame con Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum. Un Papa che si era occupato di riconnettere la Chiesa alla modernità.

Ma il primo dei Pontefici ad avere il nome di Leone, chi fu ? La sua storia è affascinante e importantissima nella Chiesa. Una storia che assume un significato importante per la Chiesa di oggi. La storia di Leone I, Magno.

Salito sulla Cattedra di Pietro nel 440, in un'epoca in cui non era in vigore l'usanza di cambiare il proprio nome, Leone era nato in Toscana intorno al 390. Le notizie biografiche desunte dal Liber Pontificalis, oltre al suo luogo di origine, probabilmente Volterra, ci dicono che Leone entrò nella vita ecclesiastica durante il pontificato di Celestino I. Sono scarse le notizie sulla vita di Leone precedenti al suo pontificato,  sappiamo che raggiunse un posto eminente nel clero e, negli ultimi anni di pontificato di Sisto III, Leone fu mandato in Gallia dall’imperatore Valentiniano III, per far riconciliare Flavio Ezio, il comandante militare della provincia, e il prefetto del pretorio, Cecina Decio Aginazio Albino. Alla morte di Sisto III, Leone si trovava ancora in Gallia, ma fu acclamato dal popolo e dal clero come successore di Sisto III. Fu consacrato il 29 settembre del 440. Nel suo pontificato, durato 21 anni, avrebbe guidato la Chiesa romana e ne avrebbe stabilito la centralità rispetto alle altre Chiese.

Il papa San Leone I Magno di Francisco Herrera il Giovane, XVII secolo, Museo del Prado

Leone voleva fortemente sostenere l’unità della Chiesa. Subito dopo la sua acclamazione, divenuto Papa, dovette combattere le eresie che minacciavano proprio l'unità della Chiesa. Intraprese una vera e propria battaglia contro il manicheismo. 

I manichei fuggiti dall’Africa, invasa dai Vandali, si erano stabiliti a Roma. Papa Leone ordinò a tutti i cittadini di denunciarli. In questo periodo alcuni manichei furono convertiti e ammessi alla confessione. Coloro che però rifiutavano di abiurare furono banditi dalla città di Roma. Il 30 gennaio del 444 il papa inviò una lettera a tutti i vescovi italiani esortandoli a rimanere vigili e denunciare i manichei. Nel giugno del 445 l’imperatore Valentiniano III, su insistenza di Leone, emise un editto che stabiliva sette punizioni per i manichei.

Nel 452 Attila, re degli Unni, dall'Italia settentrionale scendeva verso meridione e si preparava a saccheggiare la penisola italiana puntando su Roma. Il Papa mosse da Roma per andargli incontro. Uno dei resoconti dell'incontro (Prospero d'Aquitania) raccconta che Leone, protetto da Dio, impressionò Attila fermando la sua avanzata che sarebbe stata fatale per Roma e il Cattolicesimo. In realtà, Leone aveva guidato un’ambasciata richiesta dall'Imperatore. Secondo altri resoconti dell'incontro, Attila aveva già intenzione di lasciare la penisola, e la missione diplomatica riuscì a far desistere gli Unni dal saccheggio dell'Italia e dalla calata su Roma anche con il pagamento di un tributo. Non è da escludere che il re barbaro fosse stato davvero convinto a lasciare l'Italia dal carisma di Leone, considerato che una forte superstizione che lo caratterizzava lo portava a considerare il precedente di Alarico morto subito dopo il sacco di Roma.

Nel 455, Roma fu invasa dai barbari di Genserico. Leone ottenne la promessa di risparmiare dai saccheggi le tre basiliche maggiori (San Pietro, San Paolo, San Giovanni in Laterano) e la garanzia di risparmiare la vita degli abitanti di Roma. L’autorità del Papa e il suo coraggio, anche questa volta furono indiscutibili e accrebbero la sua fama.

Leone viene ricordato ancora oggi per la fulgida dottrina e la straordinarietà dei suoi (96) sermoni (o discorsi). Nei primi cinque esalta ed evidenzia la centralità e l'unità della Chiesa di Roma e manifesta l’alta concezione della dignità sul suo ufficio. La convinzione del primato del vescovo di Roma è chiarita nelle sue opere con fermezza teologica e ampi e dettagliati argomenti.  

Leone fu intento anche a costruire e restaurare chiese. Fece costruire sulla tomba di papa Cornelio una basilica, restaurò San Paolo fuori le mura. Fu lui a convincere  l’imperatrice  Galla Placida a far mettere un mosaico dell’Arco di Trionfo che si è conservato. Nel rinsaldare il suo legame con Roma in quanto Papa e simbolo della continuazione della Chiesa fondata su Pietro, fece restaurare l’antica basilica di San Pietro in Vaticano.

Papa Leone morì il 10 novembre 461 e fu sepolto nel vestibolo di San Pietro sul Vaticano. Nel 688 papa Sergio I fece traslare il corpo all’interno della basilica. Oggi i suoi resti si trovano sotto l’altare della cappella della Madonna della Colonna, a lui dedicata, in San Pietro.

Leone, detto anche Leone Magno, è venerato dalla Chiesa Cattolica e anche da quelle Ortodosse come Santo. San Leone Magno fu proclamato dottore della Chiesa nel 1754. La memoria si celebra il 10 novembre.

Domenico Emanuele Labanca

Incontro di Leone Magno con Attila Raffaello (1513, stanza di Eliodoro)

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