Come scrivere un curriculum vitae di successo? Molla i tutorial e segui Leonardo da Vinci

di Antonio Rubino

Tra le tante invenzioni di Leonardo e le tantissime derivate da sue intuizioni o a lui attribuite, non si annovera spesso "l'invenzione" del moderno curriculum vitae con lettera di presentazione.

Tra i documenti di Leonardo giunti fino a noi, la lettera che scrisse per presentarsi a Ludovico il Moro è la testimonianza di un grandissimo (nella sua semplicità) colpo di genio. La lettera è conservata nel  celebre Codice Atlantico, custodito nella Biblioteca Ambrosiana di Milano al f. 1082.


Facciamo una premessa: da Leonardo impareremo anche come scrivere un convincente curriculum vitae, personalizzato e ben finalizzato all'obiettivo. Ma bisogna dire che i "cv" devono essere sempre veritieri, oltre che chiari e concisi. Conservando la naturale riverenza e l'ammirazione sconfinata, dobbiamo dire che la lettera di presentazione che si vide recapitare il Duca di Milano, aveva tutti i pregi che oggi potremmo ricercare in una lettera di presentazione, seppure non era in tutto e per tutto corrispondente al vero. Ma, trattandosi di Leonardo i concetti del "reale" e del "possibile" divengono relativi rispetto alle sue effettive capacità. Ah già...! la premessa: a meno che non siate Leonardo da Vinci nel curriculum conviene scrivere sempre il vero e ciò che effettivamente avete fatto.

Leonardo aveva scritto che la guerra era una follia bestialissima. Ora che leggerete la sua lettera inviata a Milano per essere assunto alla corte di Ludovico il Moro, resterete sbalorditi. Leonardo si presenta come un architetto militare, un esperto di armi, di assedi, di guerre. Non che Leonardo non avesse realmente capacità per esserlo, ma in realtà le sue referenze sono basate soprattutto su prototipi e progetti che ancora non hanno visto interamente un impiego sul campo. Leonardo, trentenne e coetaneo del duca di Milano, usa uno dei suoi colpi di genio: intuisce che per convincere il Moro non basta l'arte e le opere civili, a Ludovico interessa la guerra. Ed ecco pronta una lettera di assunzione dove si presenta un ventaglio di offerte convincenti. A leggerla oggi appare la lettera perfetta per candidarsi a una offerta di lavoro. Si può ben dire che "un'azienda" che deve assumere qualcuno che sappia di guerra non potrebbe scartare quel curriculum...

D'altronde Leonardo non era proprio uno sconosciuto. Correva l'anno 1482, Leonardo da Vinci dopo la formazione nella bottega del Verrocchio ha già lavorato nella cerchia di Lorenzo il Magnifico. Di esperienze da  mettere nel curriculum ne aveva, poteva stupire il duca alla cui corte si premiano scienza, tecnologia e innovazione anche con altro. Ma puntare alla corte di Milano con giusto profitto richiede uno sforzo su un altro terreno. Qualcuno più brutalmente dice che Leonardo era stato bravo a fiutare il businnes, ma non è propriamente vero se si considerano i suoi interessi così variegati e tutte le cose che poi farà a Milano (dai un'occhiata a questo, per esempio). Eppure, un fondo di verità c'è: nel senso che Leonardo fu bravissimo a procacciarsi un nuovo "impiego", un ingaggio, di altissimo livello. E lo fece a modo suo, con genio. 

Oggi 9 persone su 10 che sentono nominare Leonardo pensano alla Gioconda, a un suo quadro, agli studi sul volo, alla scienza. In pochi penserebbero all'arte della guerra, molti di più all'arte. Però, nella sua unica "autopresentazione", nel suo curriclum inviato a Ludovico in quel 1482, 9 dei 10 punti della lettera parlano di armi e macchine da guerra. Solo al decimo punto Leonardo presenta, anche velocemente, le sue qualità di ingegnere civile e di artista.
Insomma, Leonardo ha inventato il modo giusto di fare un curriculum, puntare alle priorità del cliente, usare una intelligente e non mielosa captatio benevolentiae, ispirare fiducia.

Nel prendere spunto da Leonardo per il nostro curriculum, magari, potremmo ridurre, però, la nostra autostima, perchè la sua si dimostra fin dalle prime righe molto forte: egli si dichiara il migliore sulla piazza per ciò che riguarda macchine e ingegni da guerra. Ponti, macchine d’assedio, bombarde e mortai, addirittura un carro armato, sono strumenti bellici che solo lui può progettare. Ma in quelle prime righe Leonardo sintetizza un concetto oggi tanto abusato: l'innovazione. Egli così si presenta: un innovatore, senza pari. Questo saprà dimostrarlo.

Ma il tocco di genio sta proprio nell'ultimo punto: dopo aver sinteticamente richiamato le sue capacità di ingegnere (facendo capire a Ludovico che tra una macchina da guerra e l'altra Leonardo avrebbe pensato anche ad opere per i navigli), lancia un amo decisivo: il cavallo di bronzo per la statua del padre di Ludovico. Un progetto di eternità per la famiglia Sforza. Non solo la guerra, dunque, ma già il gusto della gloria. Su come finirà la storia del monumento equestre per gli Sforza non diremo... ma se andate a vedere l'epilogo vi sarà più chiara la forza persuasiva del primo curriculum vitae della storia.

Scusate se l'abbiamo fatta lunga, scherzandoci anche un pò, ma spesso per raccontare i grandi della storia e un genio come Leonardo serve scovare il lato umano, correre il rischio di banalizzare e attualizzare oltre misura, ma sempre meglio che mitizzare perdendo del tutto il vero. Ed ora, ecco a voi la lettera di Leonardo


La lettera di Leonardo da Vinci a Ludovico il Moro - 1482 circa, Codice Atlantico, Milano, Biblioteca Ambrosiana, foglio 1082.

Avendo, Signor mio Illustrissimo, esaminato a sufficienza le prove di tutti quelli che affermano di essere inventori di strumenti bellici e constatato che tali strumenti non si discostano né per concezione né per funzionamento da quelli già comunemente usati, mi sforzerò, senza nulla togliere a nessuno, di rivelare a Vostra Eccellenza i miei segreti, offrendomi di mettere in pratica nel momento che più piacerà a Vostra Eccellenza le cose brevemente elencate di seguito:

  1. Sono in grado di creare ponti, robusti ma leggerissimi e facili da trasportare, sia per attaccare i nemici che per sfuggirgli; e ponti da usare in battaglia, in grado di resistere al fuoco, facili da montare e smontare. E so come bruciare e distruggere quelli dei nemici.
  2. In caso di assedio a una città so come eliminare l’acqua dei fossati e realizzare ponti, gatti, scale e altri strumenti utili a questo scopo.
  3. Se, sempre in caso di assedio, le fortificazioni fossero così alte o resistenti da non potersi attaccare con le bombarde, so come demolire ogni rocca o fortezza, anche la più resistente.
  4. Ho ideato bombarde molto comode e facili da trasportare, che lanciano piccole pietre a somiglianza di una tempesta, generando un tal fumo da provocare grande spavento e confusione nel nemico.
  5. In caso di battaglia sul mare, conosco efficaci strumenti di difesa e di offesa, e so costruire navi resistenti ai colpi, alla polvere e al fumo anche delle bombarde più grosse.
  6. So come costruire senza alcun rumore percorsi sotterranei per raggiungere un determinato luogo, anche passando al di sotto di fossati e fiumi.
  7. Costruirò carri coperti, sicuri, inattaccabili e dotati di artiglieria, per penetrare tra le fila nemiche, cui nemmeno l’esercito più numeroso potrà resistere. Questi carri apriranno la strada alle fanterie, che avanzeranno facilmente e senza ostacoli.
  8. In caso di necessità costruirò bombarde, mortai e passavolanti dalle forme belle e funzionali, diverse da quelle di uso corrente.
  9. Dove non si potessero usare le bombarde, costruirò catapulte, mangani, trabucchi e altre macchine di straordinaria efficacia e di nuova concezione; in poche parole, in base alla situazione, posso realizzare un’infinita varietà di mezzi da offesa e da difesa.
  10. In tempo di pace, credo di poter soddisfare meglio di chiunque altro ogni richiesta nel campo dell’architettura, della progettazione di edifici pubblici e privati e della canalizzazione delle acque. Realizzerò qualsivoglia opera sia in forma di scultura di marmo, bronzo e terracotta, sia in forma pittorica. Si potrà infine porre mano alla realizzazione del cavallo di bronzo che darà gloria immortale e onore eterno alla memoria del vostro Signor padre e della nobile casata degli Sforza.

E se alcuna delle cose che ho elencato dovesse apparire impossibile o irrealizzabile, mi dichiaro prontissimo a darne dimostrazione pratica nel vostro parco, in qualunque luogo piacerà a Vostra Eccellenza, cui umilmente mi raccomando.

Leonardo da Vinci

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