Storia dell'Arma dei Carabinieri - Quarta Puntata: I Carabinieri nel Risorgimento

1860: l’Arma verso l’Italia unita

Nel 1860 l’Arma dei Carabinieri visse una fase di grande crescita, accogliendo – dopo un’attenta selezione – parte del personale delle gendarmerie appartenute agli stati preunitari ormai soppressi. In questo processo confluirono, tra gli altri, 15 ufficiali e 360 uomini del Corpo dei Gendarmi del Ducato di Parma, i celebri “vecchi Dragoni”, oltre a numerosi membri della Guardia Municipale di Modena. Nelle Romagne, circa un migliaio di Gendarmi pontifici, dapprima inquadrati come “Carabinieri delle Romagne”, vennero successivamente integrati nelle file dell’Arma piemontese. Diversa la situazione in Lombardia, dove la gendarmeria di impronta austriaca fu sciolta senza assorbimenti: qui il reclutamento avvenne su base volontaria sotto la supervisione del colonnello Arnulfi.



La scorta dell’Unità: i Carabinieri e l’Impresa dei Mille
L’impresa garibaldina dei Mille, portò, il 15 maggio 1860, dopo lo sbarco in Sicilia alla proclamazione della dittatura in nome del re sabaudo. Anche le vicende dell'impresa dei Mille coinvolse direttamente i Carabinieri. Nelle città liberate, infatti, si avvertì subito l’urgenza di ripristinare l’ordine pubblico. Per questa missione fu creato un contingente speciale di Ufficiali, Sottufficiali e Carabinieri sardi, guidati dal maggiore Saverio Massiera, il quale – dopo essersi temporaneamente congedato dal Corpo – partì per la Sicilia con appena trenta uomini, ben meno dei duecento richiesti da Garibaldi. Da quel nucleo nacque la Legione Carabinieri Reali di Sicilia, che nel giro di pochi mesi si trasformò in un reggimento a tutti gli effetti. 
Il successivo 8 ottobre venne approvata una riorganizzazione che portò alla costituzione di un “Comando superiore del Corpo” con una forza prevista di 73 ufficiali, 1.426 carabinieri a piedi e 901 a cavallo. Le nuove reclute provenivano tanto dalla popolazione dell'isola che dalle file della disciolta Gendarmeria borbonica. Malgrado le enormi difficoltà, la Legione riuscì a garantire un’efficace azione di polizia, estendendosi progressivamente man mano che l’avanzata militare consolidava nuovi territori. Già nel 1861 la Legione siciliana era considerata tra le più consistenti e ben strutturate del giovane Regno, tanto che il numero crescente di domande di arruolamento portò all’istituzione di un Deposito Allievi a Palermo.

L’Arma e le campagne nell’Italia centrale e meridionale
Il ruolo dei Carabinieri fu decisivo anche nella rapida campagna che portò all’occupazione delle Marche e dell’Umbria, territori fino ad allora sotto il dominio pontificio. Nel giro di diciotto giorni, mentre le truppe sabaude prendevano Perugia e le altre città principali, i Carabinieri, suddivisi in piccoli drappelli, svolsero funzioni di polizia militare, operando sia al fianco dell’esercito in campo sia nelle retrovie. Analogo contributo fu garantito durante le operazioni finali nel Regno delle Due Sicilie, quando le forze regolari piemontesi si unirono ai garibaldini provenienti dalla Calabria. In quelle fasi cruciali l’Arma fu presente negli scontri del Macerone e del Garigliano e, infine, nella battaglia conclusiva di Mola di Gaeta, il 13 febbraio 1861.

Un pilastro per lo Stato unitario
Già nel giugno 1860, il ministro della Guerra Manfredo Fanti aveva messo in evidenza un obiettivo prioritario: assicurare l’ordine pubblico nei territori via via annessi. Per questo scopo, la soluzione più immediata e sicura fu estendere l’organizzazione dell’Arma dei Carabinieri all’intera penisola. In alternativa, si sarebbe potuto costituire una nuova forza di polizia nazionale, fondata sull’integrazione paritaria delle gendarmerie preunitarie. Questa ipotesi, tuttavia, avrebbe comportato lunghi tempi di assestamento e seri rischi di inefficienza. La scelta cadde dunque sull’Arma, che già aveva dimostrato la propria affidabilità e competenza nelle province subalpine. Grazie a tale decisione, i Carabinieri divennero il fulcro dell’ordine e della sicurezza interna del nuovo Regno d’Italia.

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