Conclave: Storia, Segreti e Curiosità dell'elezione dei Papi

Ogni volta che un Papa muore o rinuncia, si apre uno dei momenti più affascinanti e 'misteriosi' della Chiesa cattolica: il Conclave. Ma come nasce questo rito elettivo? Quali sono stati i conclavi più curiosi della storia? E com'è cambiato tutto nel tempo? Scopriamolo insieme.

La parola conclave viene dal latino cum-clave, ovvero “chiuso a chiave”: i cardinali vengono letteralmente rinchiusi finché non eleggono un nuovo Papa. Un gesto simbolico, certo, ma anche molto concreto nei secoli passati. E a volte... anche un po’ estremo.

Alle Origini del Conclave: quando i Cardinali furono rinchiusi con la forza.

Quando il 1° settembre 1271, i 19 cardinali elettori fecero il nome di Tedaldo Visconti come successore di Clemente IV, il fatto che egli si trovasse oltremare, in Terra Santa, era l'ultimo dei problemi. Clemente IV era morto nel novembre del 1268 e per 3 anni il Sacro Collegio non era stato in grado di eleggere un successore. Riuniti a Viterbo, gli alti prelati erano divisi in un partito "italiano" e un partito "francese" filo-angioino. Nessuna delle due fazioni riusciva a raggiungere il quorum dei 2\3 stabilito dalla Licet de evitanda discordia emanata al Concilio Lateranense del 1179. La situazione di stallo sembrava destinata a durare ancora a lungo se i cittadini di Viterbo non avessero deciso, stanchi dell’attesa, di chiudere i cardinali a chiave: ridussero il cibo e – colpo di genio – scoperchiarono il tetto per costringerli a scegliere al più presto. Da qui, la regola: da ora in poi si resta dentro finché non si decide.

I Cardinali si presero ancora un pò di tempo per arrivare a una soluzione univoca. Martedì 1 settembre 1271, scelsero come nuovo Pontefice, appunto, Tedaldo, raggiunto dopo qualche tempo dalla inaspettata notizia mentre si trovava a San Giovanni d'Acri. Solo nel marzo del 1272 Tedaldo Visconti giunse a Viterbo, dove venne ordinato sacerdote, per poi proseguire per Roma dove fu consacrato Pontefice.

Non era un personaggio conosciutissimo, ma Tedaldo Visconti insegnava a Parigi, qui era diventato amico sia di Tommaso d'Aquino che di Bonaventura da Bagnoregio, era dunque un personaggio che garantiva buoni rapporti con i Francescani e i Domenicani, i due Ordini più importanti e su cui la Chiesa contava per avviare il percorso di riforma di se stessa. Preso il nome di Gregorio X, nel 1274 Tedaldo convocò un Concilio a Lione ponendo al centro temi importanti per la riforma della Chiesa: la Crociata, l'unione con i Greci e ... le modalità di elezione del Papa. Nella quarta sessione del Concilio di Lione venne promulgata la costituzione apostolica Ubi periculum che stabiliva le norme generali per lo svolgimento del Conclave

L’elezione del Papa ha iniziato ad assumere una forma stabile solo dal 1059, ma fu, quindi, nel 1274 che il concilio di Lione regolamentò ufficialmente il conclave. Il motivo è chiaro, la riunione elettiva di Viterbo,  durata quasi tre anni, aveva suscitato scandalo e poneva un problema "politico" alla Chiesa oltre che spirituale. Con la Ubi periculum si volle dunque 

"evitare la dispendiosità dell'assemblea e i pericoli di una prolungata vacanza di potere".

Il successore di Pietro, secondo le nuove disposizioni, doveva essere eletto nel luogo in cui era morto il Papa, senza dilazioni di tempo per altri viaggi. I Cardinali dovevano essere alloggiati in un luogo chiuso, con un dormitorio comune, un solo servitore e cibo somministrato attraverso una finestra che sarebbe via via diminuito. Dopo cinque giorni di clausura, solo pane, vino e acqua. La norma che mirava a sollecitare in modo determinante i padri conclavisti era, infine, la proibizione di incassare le rendite ecclesiastiche durante il conclave.

I Cardinali si ribellarono a Gregorio X. Il Pontefice eletto con una discussione lunga 3 anni, ora interveniva con norme così restrittive! Il Papa costrinse i vescovi presenti al Concilio ad approvare la Ubi Periculum, che continuò ad essere osteggiata. Fatto sta che, di ritorno da Lione, giunto ad Arezzo, Papa Gregiorio X fu colto da una febbre. Morì nel palazzo vescovile aretino nel 1276, qui si celebrò il primo Conclave con le regole della Ubi Periculum. Papa Govanni XXI nel 1276 la revocò. Celestino V la ripristinò (per la sua elezione avevano impiegato 2 anni). Nel 1298 la Costituzione Apostolica entrò nella raccolta normativa di Bonifacio VIII. Nel Diritto Canonico era nato il Conclave. 

Intrighi e Curiosità: i conclavi più chiacchierati

Nel corso dei secoli, il Conclave è stato teatro di alleanze, colpi di scena e perfino corruzione. Il caso più famoso? Quello del 1492, con l’elezione di Rodrigo Borgia, alias Papa Alessandro VI. Si sospetta (e non troppo velatamente) che sia arrivato al soglio pontificio grazie a promesse, denari e benefici distribuiti a piene mani. Tuttavia, il Papa non è successore di un sovrano come negli altri Regni, è il successore di Pietro e il Vicario di Cristo, pertanto ogni questione legata alle umane ambizioni si perde nel mistero dell'eternità della Chiesa.

Un’opera imprescindibile per chi ama questi retroscena è la Introduzione alla storia diplomatica dei conclavi di Ferdinando Petruccelli della Gattina. Giornalista e scrittore anticlericale dell’Ottocento. Il conclave come un grande teatro di passioni umane, tra ambizioni, rivalità e colpi di scena degni di un romanzo.

La Cattività Avignonese: quando Roma perse il Papa

Uno dei momenti più controversi è quello della Cattività Avignonese (1309-1377), quando i papi lasciarono Roma per risiedere in Francia, ad Avignone, sotto l'influenza della monarchia francese. Questo cambiò radicalmente l’equilibrio nei conclavi, con un collegio Cardinalizio sempre più spostato verso le posizioni politiche francesi. Alla morte di Gregorio XI, la pressione del popolo romano portò all’elezione di Urbano VI – un italiano. Ma i cardinali francesi, insoddisfatti, elessero un altro papa ad Avignone: iniziava lo Scisma d’Occidente, con due papi rivali. Tra le voci più autorevoli nel chiedere che il Papa torni a risiedere a Roma ci sarà Caterina da Siena.

Come funziona il conclave oggi

Il Conclave inizia tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dopo la morte del Papa. I Cardinali elettori (quelli con meno di 80 anni) si riuniscono nella Cappella Sistina, lontani da cellulari, internet o giornali. Ogni giorno si tengono fino a quattro votazioni. Serve una maggioranza dei 2/3 (come stabilito nel Concilio Lateranense del 1179). Se si raggiunge, il cardinale accetta, prende un nome papale, e si annuncia al mondo con la famosa fumata bianca e il: “Habemus Papam”. Dopo la 33esima o 34esima elezione senza esito, si passa obbligatoriamente a un ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Occorre comunque la maggioranza dei 2\3 e sei i due candidati in corsa sono in Conclave non prendono parte attiva al voto.

Le riforme recenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno reso il processo ancora più rigoroso, con sistemi anti-spionaggio e regole ferree sulla segretezza.

Il giorno fissato per il Conclave, tutti i Cardinali si riuniscono nella Basilica di San Pietro dove si celebra la Missa pro eligendo Romano Pontifice, presieduta dal Cardinale decano. Dopo, i Cardinali che alloggiano nella ormai famosa Casa Santa Marta, si dirigono nella Cappella Paolina dove pregano cantando il Veni Creator Spiritus. Invocato lo Spirito Santo si spostano nella Cappella Sistina dove sono stati montati i banchi per l'elezione in un ambiente bonificato, sigillato e senza contatti con il mondo esterno. Prima di entrare i Cardinali giurano, leggendo una lunga formula che inizia con l'impegno ad osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Quando tutti hanno giurato, il Cardinale maestro delle celebrazioni pontificie pronuncia la celebre frase : 

Extra omnes. Fuori tutti !

Nella Cappella Sistina non entrerà più nessuno, possono momentaneamente entrare alcune figure prestabilite e preventivamente autorizzate dal Camerlengo.

I tre Scrutatori sono eletti a sorte. L'urna è posta ai piedi del Giudizio Universale di Michelangelo. 

Oltre la cancellata marmorea del presbiterio vi è una stufa, dove verranno bruciate le schede con le quali i cardinali hanno votato e che sono state scrutinate. Dalla stufa arriveranno i segnali di fumo: nero, nessuna elezione. Bianco, habemus papam.

Al neo-eletto il Decano dei Cardinali o il suo vice, chiede se accetta l'elezione e poi il nome prescelto. Se l'eletto non è un Vescovo bisogna consacrarlo al momento. Ma come ?... se li sono tutti Cardinali ? La Consuetudine vuole che ad essere eletto Papa sia uno dei Cardinali in Conclave, in realtà potrebbe essere eletto un qualsiasi uomo Cattolico, persino un laico (celibe e battezzato): è quanto previsto dalle regole di Gregorio X. 

Nella sacrestia della Cappella Sistina sono già pronti i paramenti bianchi, in diverse taglie. Il nuovo Papa indossa l'abito e va alla loggia di San Pietro dove il Cardinale Protodiacono ha appena annunciato l'elezione. "Nuntio vobis gaudium magnum"

Elezioni fuori Conclave

Urbano VI nel 1378 è l'ultimo Papa ad essere stato eletto senza essere parte del Collegio dei Cardinali. Tra i precedenti uno dei più celebri è il caso di Celestino V. Quando, nel 1294, dopo un Conclave durato 27 mesi, i Cardinali si recarono da colui che avevano scelto come Papa, si trovarono dinanzi a un vecchio consumato dai digiuni e dalla vita eremitica, Pietro da Morrone, incoronato Papa a L'Aquila il 29 agosto del 1294 e dimissionario nel dicembre dello stesso anno. Celestino V, il Papa del gran rifiuto che impressionò anche Dante, all'annuncio della sua elezione si inginocchiò dinanzi a chi portava la notizia e disse: "Chi sono io per farmi carico di un così grande carico, di così tanto potere ? Io non sono in grado di salvare me stesso, come potrò salvare il mondo intero?".

La tradizione millenaria della Chiesa si confronta oggi con l'era globale delle comunicazioni. 

Il Conclave sarà il centro delle attenzioni del mondo, intrecciandosi come sempre alla politica, agli scenari caldi del mondo (è già storia la foto del Presidente Americano Trump a colloquio con il Presidente Ucraino Zelensky nella Basilica di San Pietro a margine della celebrazione dei funerali di Papa Francesco). Anche se i Cardinali non rischiano che qualcuno vada a scoperchiare il tetto della Sistina, hanno comunque su di loro lo sguardo del mondo intero.

Antonio Rubino





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