Organizzare il sapere: la catalogazione bibliografica (panoramica su un mondo complesso)
Operazione delicata, complessa, fondamentale per garantire a tutti l'accesso alle fonti del sapere. Considerata alla portata di tutti ma non da tutti conosciuta: la catalogazione bibliografica.
Ecco un'agile introduzione a questo mondo complesso ma affascinante.
Il catalogo è il cuore di una biblioteca. Lo strumento che permette la comunicazione tra il patrimonio di una biblioteca e i suoi utenti. Il catalogo contiene, attraverso le registrazioni bibliografiche, le rappresentazioni in formato codificato dei documenti che compongono un complesso, fornendo altresì le modalità di accesso e reperimento dei singoli documenti. In tal senso, il catalogo è la prima e vera mediazione tra "il sapere" e il "lettore\utente". Un insieme di libri in una stanza senza un catalogo non sono una biblioteca. Senza catalogo esistono depositi librari ma non biblioteche. Senza un catalogo organizzato con tecniche standardizzate non vi sono servizi culturali e bibliografici, ma solo un insieme di documenti offerti ad un pubblico indefinito e che dovrà affidarsi alla fortuna.
I libri sono fatti per essere usati (prima legge della Biblioteconomia di Ranganathan).
La consultazione del catalogo è il primo accesso del lettore ai documenti posseduti dalla biblioteca. La possibilità di accesso ai documenti è possibile grazie alla mediazione del catalogo che contiene la rappresentazione dei documenti e li rende accessibili con "punti di accesso" che debbono rispondere alle esigenze del lettore\ricercatore.
Ad ogni lettore il suo libro (seconda legge della Biblioteconomia di Ranganathan).
Se sto cercando un libro che parla della Seconda Guerra Mondiale, il catalogo dovrà fornirmi una serie di accessi a tutti i documenti che trattano quell'argomento. In che modo? Attraverso un vocabolario controllato e prestabilito di termini che rimandano in modo inequivoco a quell'argomento. Se voglio leggere un libro di Manzoni, il catalogo dovrà consentirmi di conoscere tutti i libri conservati dalla Biblioteca che hanno come autore Alessandro Manzoni. La risposta a queste semplici esigenze, che appare in un primo momento scontata, in realtà ha alle spalle una serie di operazioni molto complesse, ancor di più oggi nell'epoca digitale. Queste operazioni che rendono possibile l'esistenza di cataloghi che mediano, guidano e assistono "chi cerca" un documento in un ampio "complesso di documenti", sono le attività di catalogazione.
Catalogare: tecnica e visione
La catalogazione è una attività intellettuale e tecnica che si occupa della rappresentazione simbolica di un complesso di documenti sotto forma di registrazioni codificate secondo norme e formati standardizzati al fine dell'allestimento del catalogo.
Questo processo coinvolge la registrazione, la descrizione e la classificazione di documenti, utilizzando norme e formati standardizzati. L'obiettivo è rendere i documenti accessibili e ricercabili attraverso il catalogo, che funge da strumento di mediazione informativa.
La catalogazione bibliografica si può dividere in: descrittiva, semantica, analitica.
La catalogazione descrittiva illustra il documento dal punto di vista formale. Permette di recuperare in modo rapido le informazioni riguardanti le caratteristiche del documento che emergono da una analisi fisica: esse sono contenute soprattutto all’interno del documento stesso (titolo, autore, edizione, editore, paginazione, formato, collane, ISBN, ecc.). Gli elementi formali raccolti sono organizzati in una scheda che descrive il documento rispettando uno standard, attraverso un codice di regole predeterminate, così che sia possibile la identificazione univoca del documento. Al fine di presentare in un modo formalizzato la descrizione, lo standard internazionale ISBD (International Standard Bibliographic Description) stabilisce un formato di registrazione suddiviso in aree per le quali è fissato l'ordine, il contenuto e la punteggiatura. In Italia il "codice" di riferimento per i catalogatori sono le REICAT, Regole Italiane di Catalogazione.
1) creare per ogni documento una scheda (un record - una registrazione) che contenga la descrizione precisa e controllata (attraverso le regole di uno standard riconosciuto) della specifica edizione di quel documento, in maniera tale da identificarla in modo inequivocabile. (Es.: I promessi sposi / Alessandro Manzoni. - 17. ed. - Milano : Garzanti, 1988. - XXXII, 540 p. : ill. ; 20 cm.. - [ISBN] 88-234-0193-3. - Abbiamo un'opera: "I Promessi Sposi" - una pubblicazione "I promessi sposi", nell'edizione Garzanti del 1988 - un pluralità di esemplari riconducibili a quella edizione. Nel caso specifico la scheda rappresenta in modo inequivocabile una edizione di un'opera della quale esistono tantissime edizioni e pubblicazioni, una moltitudine di esemplari.)
2) Individuare elementi che costituiscono dei punti di accesso alla risorsa (documento) e consentono di individuarla e reperirla, ma anche di inserirla in insiemi ordinati per criteri omogenei. Gli elementi che consentono l'accesso alla risorsa saranno indici che ordinano i documenti in base a criteri determinati. (Autori, argomenti - soggetti, edizioni, ecc.).
In base ai punti di accesso alla scheda catalografica e dunque al documento, distinguiamo anche la tipologia di catalogo, differenziandoli in base al percorso di ricerca:
catalogo alfabetico per autore: il punto di accesso è il nome dell'autore (persona fisica o giuridica, ente, pseudonimo) e le schede sono in ordine alfabetico in base all'autore. - Catalogo alfabetico per soggetti (semantico): l'accesso è un termine o un insieme sistematico di termini che rappresentano il contenuto del documento. Le schede sono ordinate alfabeticamente in base ai termini di soggetto. - Catalogo sistematico per materia: la materia trattata o la disciplina nella quale rientra il documento costituisce oggetto di una classificazione, ad ogni classe (materia - disciplina) viene associato un numero. Il Catalogo sistematico, anche detto 'classificato' raggruppa le schede in base a punti di accesso per disciplina in ordine numerico crescente.
Sistemi di classificazione
La Classificazione Decimale Dewey
La Classificazione Decimale Dewey (DDC, dall’inglese Dewey Decimal Classification) è un sistema ideato nel 1876 dal bibliotecario statunitense Melvil Dewey, concepito per organizzare e ordinare i documenti nelle biblioteche secondo un criterio (numerico) logico e gerarchico. È uno dei sistemi di classificazione più diffusi a livello internazionale, adottato in molte biblioteche pubbliche, scolastiche e accademiche, anche perché la DDC permette di collocare i materiali in modo da facilitarne la consultazione da parte degli utenti, associando a ciascun argomento un numero specifico. Questo numero può essere poi usato per etichettare e sistemare fisicamente i documenti sugli scaffali in ordine crescente, secondo una logica di tipo decimale (collocazione secondo il sistema decimale deweey).
La struttura della DDC si basa sulla suddivisione della conoscenza in dieci classi principali, identificate da numeri che vanno da 000 a 999. Ogni classe principale è suddivisa in dieci divisioni, anch’esse suddivise in dieci sezioni, consentendo un’organizzazione sempre più dettagliata man mano che si aggiungono cifre. I numeri possono essere ulteriormente estesi usando decimali per rappresentare con maggiore precisione argomenti specifici.
Commenti
Posta un commento