Giuseppe De Lorenzo, luminare innamorato della sua Basilicata

 Uomo di scienza, amante degli studi umanistici, poliglotta e cultore di lingue antiche, senatore, docente universitario, innamorato della Basilicata e soprattutto del territorio della sua Lagonegro. Difficile condensare in una breve presentazione la intensa e significativa vicenda biografica di Giuseppe De Lorenzo.



Sono oltre 250 le sue opere scientifiche pubblicate in diversi ambiti, alcune vere e proprie opere monumentali nel campo della geologia e della vulcanologia. Amico di Giustino Fortunato e Francesco Saverio Nitti, è oggi meno conosciuto di questi ultimi forse perché egli nel 1922 aderì al fascismo. Se quella per molti fu una scelta poco felice, ben più grave sarebbe la colpa di non ricordare e dare il giusto peso a una figura così importante.

Giuseppe De Lorenzo fu un lucano insigne e la sua memoria è oggi preziosa, perché la poliedricità esemplare della sua figura è soprattutto segnata da una dedizione allo studio concretamente prolifica e tangibile, che diviene testimonianza di un impegno pregno di significato e di risvolti reali per le comunità a cui è rivolto e che lo custodiscono come eredità. Comunità scientifiche, accademiche, politiche, ma anche la comunità lucana che può fare dell’esempio di questi suoi figli esperienze da conoscere e valorizzare nel quotidiano. Pioniere degli studi geologici sulla Basilicata fu lui a scoprire l’esistenza di terreni triassici in Lucania e la presenza di morene glaciali nel massiccio del monte Sirino.

Giuseppe De Lorenzo nacque a Lagonegro il 24 aprile 1871 da Lorenzo e Carolina Rinaldi. All’età di sei anni perdette la madre ed a tredici il padre. Si legò in maniera particolare allo zio materno Felice Rinaldi, circostanza che divenne determinante nella sua vita e per le sue inclinazioni future. Lo zio amava la caccia e le passeggiate in campagna e il giovane Giuseppe lo seguì sempre nelle escursioni in montagna, allenando e coltivando un grande spirito di osservazione, imparando a conoscere in modo spiccato il massiccio del Sirino.

Fu mandato a studiare a Salerno, al Liceo Tasso. Qui iniziò subito a distinguersi per intelligenza e versatilità, fino al punto di sbalordire i suoi docenti per la capacità dimostrata nell’acquisizione di una perfetta conoscenza delle lingue e della cultura classica e scientifica. Un talento naturale, che lo portò a conseguire brillantemente la licenza liceale e poi la Laurea in Scienze Naturali a Napoli. Appassionato di geologia si era dedicato agli studi sull’Italia meridionale e sul territorio di Lagonegro. Pur senza abbandonare gli studi classici, Giuseppe De Lorenzo osservò attentamente e ripetutamente, percorrendo i sentieri in ogni direzione, le montagne di Lagonegro, la costa di Maratea, il massiccio del Pollino, e poi i due vulcani italiani più celebri il Vesuvio e l’Etna.

Ancora molto giovane ottenne la cattedra universitaria, prima a Catania e poi a Napoli, dove insegnò dapprima geografia fisica, quindi geologia, fino a metà degli anni ’40 del ‘900.

Morì a Napoli il 27 giugno 1957.

Dal 1892 al 1956 scrisse un numero incredibile di opere riguardanti le scienze e la geologia, ma anche opere di letteratura, religione, filosofia. Quelle che lo resero più famoso, in età ancora giovanile, furono senza dubbio: “Osservazioni geologiche nei dintorni di Lagonegro in Basilicata” – Roma 1892; “Avanzi morenici di un antico ghiacciaio dal monte Sirino nei dintorni di Lagonegro (Basilicata)” Roma 1892; “Sul trias dei dintorni di Lagonegro in Basilicata” – Napoli 1892; “ Fossili nelle argille sabbiose post-plioceniche del Sirino in Basilicata” – Roma 1893; “ Il post-pliocene morenico nel gruppo montuoso del Sirino in Basilicata” – Roma 1893.

Fu il primo a studiare e presentare con esattezza la cronologia e la stratigrafia della struttura geologica del Sirino e dell’Appennino Meridionale.

Ma non si limitò a studi su una sola area geografica, il suo celebre saggio “History of volcanic action in the Phlegraean Fields”, gli valse la nomina a socio straniero della Geological Society di Londra. Riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale e italiana, nel 1901 gli fu conferito il premio Molon dalla Società geologica italiana.

Nominato senatore nel 1913, nel 1945 l’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il fascismo ne ordinò la decadenza ritenendolo tra i senatori responsabili di aver mantenuto il regime.

Si dedicò molto allo studio della filosofia e delle religioni orientali, in modo particolare pubblicò una serie di saggi sulla dottrina di Buddha, approfondimento così intenso che lo portò ad abbracciare la religione Buddista, secondo lui dottrina capace di risolvere il problema umano del dolore. Il suo totalizzante impegno per il sapere lo portò a unire lo studio per le filosofie orientali anche alle opere di geologia, nella parte finale della sua vita.

Forte restò il legame e il peso che le sue radici lucane ebbero nella sua attività.

Nel 1970, un sacerdote cattolico, Don Rosario Magliano, scriveva così del buddhista De Lorenzo nel suo “Ricordo di Giuseppe De Lorenzo”:

“Quando il 27 giugno 1957 Giuseppe De Lorenzo chiuse in Napoli la sua nobile vita, noi ex discepoli sentimmo tutti che una gran luce si era spenta: luce di bontà, di rettitudine, di sapere”.

Un premio nazionale a lui dedicato è quest’anno giunto alla quinta edizione, promosso dalle Associazioni “A Castagna ra Critica” e i “I Pionieri ed ex alunni del Liceo Scientifico ‘G. De Lorenzo’ di Lagonegro” in collaborazione con numerosi enti pubblici e privati. 

Antonio Rubino

Articolo pubblicato su IVL 24: https://ivl24.it/giuseppe-de-lorenzo-luminare-innamorato-della-sua-basilicata/

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