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Briganti, Borbonici, Italiani. Intervista al prof. Carmine Pinto: "la storia è un antidoto contro provincialismo e vittimismo".

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Carmine Pinto è professore ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno di Storia Contemporanea.  Si occupa di storia politica, storia culturale e di storia militare. Ha lavorato sui sistemi politici del Novecento, attualmente si occupa di guerre civili e movimenti nazionali nel XIX secolo. Ha insegnato in molte università europee e latino americane, è membro di comitati di redazione di riviste italiane ed internazionali. Dirige il Centro di Ricerca sui conflitti in Età Contemporanea e il programma di Dottorato di Ricerca in Studi Letterari, Linguistici e Storici. Il suo ultimo libro è stato un vero successo La Guerra per il Mezzogiorno. Italiani, Borbonici e Brigani, 1860-1870.   Professore partiamo dal suo ultimo libro che ha avuto un importante successo (La Guerra per il Mezzogiorno. Italiani Borbonici e Briganti, 1860-1870, Editori Laterza). A mio avviso quest’opera apre una nuova fase degli studi sul Mezzogiorno post-unitario. In tal senso non sarebbe corretta la solita

Mondo Vecchio e Mondo Nuovo: nell'edizione critica di Cecere e Rendina, rivive l'idea progressista di Ferdinando Petruccelli della Gattina

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di Antonio D'Andria  (Docente di Storia Moderna -    Dipartimento Culture Europee  UNIBAS - Matera  ) Il 1848 fu un anno cruciale per l'intera Europa. Le forme e i conflitti dell’associazionismo politico nel corso della “Primavera dei popoli” coinvolsero l'intero continente, con particolare rilevanza al Regno delle Due Sicilie, caratterizzato da forti contrasti interni tra la corrente politica moderata e quella radical-democratica; ancora di più nelle aree interne quali Basilicata e Puglia, con aspri dibattiti manifestati soprattutto in occasione della Dieta Federale del 25 giugno 1848 a Potenza.  Ovviamente, particolare attenzione è stata finora rivolta a tali contrasti e, in seguito, alla messe di processi e di condanne che segnarono la repressione ferdinandea che, tuttavia, non riuscì ad estirpare i fermenti democratici ed unitari nel Mezzogiorno. In maniera inevitabile gli attori del 1848 sono di una generazione diversa da quelli del 1820. Una classe che con la “Primave

Campo Sportivo “Onofrio Venezia” di Moliterno: sport e memoria civile

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 di  Nicola Orlando Si frequenta per anni un luogo e lo si indica con il nome del personaggio a cui è stato intitolato, ma lo si fa con quella disattenzione che scaturisce dall’abitudine, pur essendo un simbolo forte della propria storia personale e comunitaria. Il campo sportivo di Moliterno “O.(Onofrio) Venezia” è uno di questi. Il disegno del Campo Sportivo di Moliterno dal progetto degli anni '30 (Archivio Storico Comunale di Moliterno) Il tutto ha inizio il 18 luglio 1931 quando il Podestà di Moliterno, comm. Avv. Giuseppe Fruguglietti, con propria deliberazione n. 1751 , approva il progetto redatto dall’ing. Attilio Campa per la “Costruzione del Campo Sportivo”, per un importo di previsione di L. 34.375,95, da realizzare in contrada Piaggiarelle. Nella relazione allegata si legge: “Il progetto di Campo Sportivo che presentiamo, in seguito al mandato ricevuto dalla spett. Unione Sportiva Moliternese ….”. Nel paragrafo successivo si legge ancora “Il favore e la cooperazione  

Su "LINKIESTA" parlano di Minuti di Storia.

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Conoscere ciò che è accaduto pone l’uomo davanti alle sfide del futuro. Parla Rubino, storico e professionista dei beni culturali  di Sergio Ragone Un blog di storia può rappresentare un seme, te ne prendi cura e può dar frutto, semplicemente, trasformandosi in quel moltiplicatore che permette di far vivere esperienze che aprono la mente. Avere memoria è il bene più prezioso per costruire le comunità future. Il digitale offre oggi nuove possibilità per poter condividere la storia e le memorie di un territorio, elementi imprescindibili per comprenderne l’evoluzione ed anticipare le curve del cammino che verrà. In Basilicata durante il Lockdown, nella terra della Val d’Agri, nota ai più come il cratere dell’energia e del petrolio, è nato il progetto unminutidistoria.it, messo in campo da Antonio Rubino, di Moliterno (in provincia di Potenza, professionista dei Beni Culturali che si è formato a Salerno e Firenze. Basilicata ha lavorato presso diverse biblioteche pubbliche e ora svolge att

Come scrivere un curriculum vitae di successo? Molla i tutorial e segui Leonardo da Vinci

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di Antonio Rubino Tra le tante invenzioni di Leonardo e le tantissime derivate da sue intuizioni o a lui attribuite, non si annovera spesso "l'invenzione" del moderno curriculum vitae con lettera di presentazione . Tra i documenti di Leonardo giunti fino a noi, la lettera che scrisse per presentarsi a Ludovico il Moro è la testimonianza di un grandissimo (nella sua semplicità) colpo di genio. La lettera è conservata nel  celebre Codice Atlantico, custodito nella Biblioteca Ambrosiana di Milano al f. 1082. Facciamo una premessa: da Leonardo impareremo anche come scrivere un convincente curriculum vitae , personalizzato e ben finalizzato all'obiettivo. Ma bisogna dire che i "cv" devono essere sempre veritieri, oltre che chiari e concisi. Conservando la naturale riverenza e l'ammirazione sconfinata, dobbiamo dire che la lettera di presentazione che si vide recapitare il Duca di Milano, aveva tutti i pregi che oggi potremmo ricercare in una lettera di prese

Riflessioni sul coronavirus: cosa scriveranno gli storici? (cosa racconteremo ai nipoti?)

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di Antonio Rubino Questo articolo è probabilmente inutile. Parte da una domanda che di sicuro non ha risposta. Forse per questo, se lo leggi fino alla fine, potrai averne una. Cosa resterà, nella storia, di questa pandemia? C'è chi risponderà: tutto! Ma, la domanda va riformulata: cosa scriveranno gli storici, fra 100 anni, di questo periodo? La domanda è affascinante, peraltro, non ha risposta.   Non si tratta di decidere cosa risponderemo ai nostri nipoti quando ci chiederanno: Nonno come si viveva ai tempi dell'epidemia? cosa facevate chiusi in casa?. Il problema è da riversare su altri due punti: come faremo a testimoniare ciò che racconteremo? Su cosa si baserà chi quella storia dovrà scriverla? Abbiamo visto come in questo periodo insolito e inaspettato di pandemia siano fioriti parallelismi e analogie storiche (senza i crismi della comparazione scientifica) nati dalla spontaneità di ricercare nel passato qualcosa che potesse rasserenare o insegnare al presente (ne abbiam

Pietro Cavallini, maestro del Medioevo vittima di una fake news

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di Antonio Rubino Probabilmente è tutta colpa del Vasari . Intento, nella sua opera [1], ad affermare il primato toscano della pittura moderna. Quando scrisse della vita di Pietro Cavallini, probabilmente rendendosi conto della statura artistica di questo pittore, mosaicista e miniatore, decise di risolvere, in modo anacronistico, la partita. Vasari indica il Cavallini come un allievo di Giotto . Ebbe un pò di coscienza nel definirlo un "ottimo discepolo". In realtà da questa affermazione si aprì un pregiudizio che non rende onore e merito ad un grande artista e ad un discorso storico-artistico ben più importante. Il 10 giugno 1308 il re di Napoli Carlo II d'Angiò   firma un documento per riconoscere a Pietro Cavallini "de Roma pictor" un pagamento di quaranta once d'oro. Un artista apprezzato alla corte angioina di Napoli che si presenta nella capitale del Regno con un repertorio rivitalizzato da esperienze che si ricollegano alla scultura di Arnolf

Il calcio tra storia ed epica: Il Milan di Sacchi nella nebbia di Belgrado e una prodigiosa penna bic....

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di  Biagio Bianculli Il calcio ha la sua epica , oltre che una sua storia.   Squadre che hanno sovvertito le "regole" e la concezione del calcio, sovvertendo quelle che c’erano in precedenza, rientrano nella storia, ma anche nell’epica di questo sport. Il Real Madrid degli anni ’50, l’Ajax degli anni ’70, il Milan degli olandesi di Sacchi e il Barcellona di Guardiola.   Ma, esistono partite spartiacqua tra un’epoca e un’altra e che segnano il confine di un’epoca? UNA PARTITA DURATA 48 ORE - Nel caso del Milan di Sacchi c’è una partita che si disputò in 48 ore. Un’epopea. Era il 9 novembre del 1988. Esattamente un anno dopo sarebbe caduto il muro di Berlino . Il Milan aveva pareggiato all’andata 1-1 contro la Stella Rossa , la Crvena Zvzeda di Belgrado. Il tridente dei serbi composto da Stojkovic, Savicevic e Prosinecki mette paura,   il sistema difensivo di Sacchi e Baresi non aveva molte possibilità. di resistere. Savicevic inaugura la gara di ritorno con il g