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"Politiche dell'immigrazione" nell'antica Atene. Tra accoglienza, interessi e qualche sorpresa

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« Di tutte le miserie umane la più amara è questa: conoscere così poco da non avere  controllo  su niente » Erodoto V sec. a. C.: come vivevano gli stranieri ad Atene e nell’Attica [1] Nel V sec. a.C. la popolazione dell’Attica era costituita da circa 40.000 maschi adulti, cittadini liberi, da un alto numero di schiavi e da un numero di residenti stranieri che si aggirava intorno alle 10.000 unità. I numeri di riferimento non  comprendono le donne e i bambini. I residenti stranieri erano chiamati “ meteci ” (il termine indicava “coloro che avevano cambiato residenza” quindi gli immigrati, o “coloro che coabitavano” con i cittadini). I meteci erano presenti specialmente ad Atene ma anche nella gran parte delle città greche (faceva eccezione Sparta dove non erano ammessi stranieri). È interessante sapere che ad Atene vi fu una sostanziosa presenza di residenti stranieri, privi del diritto di cittadinanza. Ai filosofi, come Aristotele , e a tutti gli altri art

"E i francesi ci rispettano." Gino Bartali: un ciclista e la storia d'Italia.

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di Antonio Rubino La sera del 15 Luglio 1948, in un albergo di Briancon, alloggia Gino Bartali . Ginettaccio, il toscano, il ciclista che è già un mostro sacro dello sport, sta correndo il Tour de France . E' al termine della sua lunghissima carriera. Dal 1935, in bicicletta, Gino Bartali ha raccolto centinaia di vittorie, non vi è corsa dove Bartali non abbia trionfato. Al Tour del 1948 Bartali era l'unico dei big italiani in corsa. Coppi non era in forma. Magni non fu gradito dall'organizzazione della corsa. L'ostilità dei Francesi per la squadra italiana è fortissima. Gli Italiani sono quelli che “stavano con i fascisti” per molti transalpini assiepati lungo le strade di quel Tour del dopoguerra. Forse, in molti temono ancora Bartali che ha vinto l'ultimo Tour de France dieci anni prima, nel 1938, ma è un fuoriclasse. Quando la gran boucle del 1948 arriva sulle Alpi , Gino Bartali sembra fuori dai giochi, paga un distacco di 22 minuti da Bobet, il ben

Il Principe e la maledizione dei sette gatti neri: la favola del Racing Club

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di  Biagio Bianculli La maldición de los siete gatos negros . Ovvero “La maledizione dei sette gatti neri”.  Ci sono derby e derby. Uno di questi è il derby di Avellaneda . La città argentina non è un posto semplice: i due stadi si guardano. Da una parte l’ Indipendente , dall’altra il Racing . Nel 1967 il Racing gioca e vince la Coppa Intercontinentale battendo il Celtic , che l’anno prima a Lisbona, a sorpresa aveva battuto l’ Inter . Mentre stanno giocando quella partita, dei tifosi dell’Indipendente si inseriscono all’interno dello stadio, detto “El Cilindro” , e seppeliscono “sette gatti neri morti” da qualche parte. nel campo. L’INIZIO DELLA MALEDIZIONE - Da quella volta in poi il Racing non vincerà praticamente più: inizieranno una serie di disgrazie .  Ai 15 titoli nazionali ottenuti prima di quella notte, infatti, farà seguito appena un torneo di Apertura conquistato nel 2001. Subito dopo un nuovo tonfo in classifica.  E anche nelle varie coppe che si giocano in Sud

Spiegare in 20 minuti perchè è importante studiare la storia

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Perché è importante studiare la storia?  Ecco una risposta articolata in soli 20 minuti...  "È davvero solo la materia noiosa per cui dobbiamo imparare date e nomi di battaglie? Ne parla Alessandro Barbero, partendo da Erodoto e Tucidide per arrivare fino ai giorni nostri." Video dal Salone del Libro di Torino   Salone Internazionale del Libro di Torino XXX EDIZIONE - 2017  «E chiaro che la storia non si ripete mai uguale, non c’è nessuna legge storica precisa, nessun insegnamento che vale per sempre. Al limite giusto uno, volendo: non bisogna invadere la Russia»

La Primavera di Praga e la rivoluzione del calcio slovacco: lo Spartak Trnava

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di  Biagio Bianculli Cecoslovacchia 1969 : siamo sull’onda lunga della primavera di Praga . Il potere politico ed economico, in Cecoslovacchia, è concentrato a Praga. Gli slovacchi , che hanno una forte identità nazionale sono sempre stati "gli altri", chiamati in maniera dispregiativa gli "ungheresi", non ben visti dalle parti di piazza San Venceslao. Ma, nel 1969, gli slovacchi si prendono una rivincita rivendicando un loro ruolo nella storia del paese, la fanno partendo dal calcio: è la storia dello   Spartak Trnava del 1969 .  La parola chiave è lo zio Anton Malatinský . ANTON MALATINSKY - Era un grandissimo allenatore di calcio ed era in carcere. Aveva aiutato degli esuli a fuggire dalla allora Cecoslovacchia sotto il giogo di Mosca, verso l’Austria. Tre anni di galera. E’ staccato da tutto il resto, tranne che dalla sua squadra di calcio. In qualche modo riesce a fare arrivare una missiva in cui è contenuta la seguente frase: “ trattenete gioc

Pagine di santità recuperate: Beatrice Palmieri da Moliterno e Fra Francesco da Montesano.

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di Antonio Rubino Un manoscritto del 1766   tramanda importanti notizie biografiche di religiosi francescani morti in concetto di santità  [1] . Alcune di queste notitie  sono state sepolte dall'oblio nelle comunità dove queste persone avevano vissuto. Recuperarle permette non solo di ripristinare " pagine di santità ", ma anche ricostruire spaccati di vita dei secoli passati. In questo manoscritto troviamo due Notitie che riguardano la storia del Convento di Santa Croce di Moliterno (Pz) che erano state completamente dimenticate.  Una è riferita ad un frate che visse e morì in questo convento nel corso del Seiecento, Fra Francesco da Montesano . L’esordio della descrizione del frate colpisce molto: «fu religioso di molta perfetione, fu di molto credito presso il secolo. […] e mai stava in ozio, anche quando era vecchio, ma o fatigava nell’orto, o nell’oratione, o in altro impiego dell’ubbidienza» . L’ incipit , prima ancora di esaminare la figura di Fra